Etichetta a tavola

di Daniela

Continuiamo il nostro viaggio nel mondo del galateo giapponese: oggi parliamo di buone maniere a tavola.
Molti di noi sono amanti della cucina giapponese, ma quanti sanno realmente qual è il giusto comportamento da tenere quando si mangia?

Iniziamo dall’abc:

quando entriamo in un ristorante giapponese tradizionale, la prima cosa da fare è togliersi le scarpe, abitudine che sicuramente abbiamo imparato a conoscere grazie agli anime in tv. Di norma, ci si siede a terra su cuscini, gli uomini a gambe incrociate, le donne con entrambe le gambe da un lato. In realtà, la corretta postura per entrambi sarebbe quella di sedere sulle ginocchia, nella posizione chiamata seiza. Non so quanti di voi ci hanno provato, ma se non volete rischiare di non alzarvi più, non vi consiglio di assumere a lungo questa posizione!

A tavola

–          Prima di iniziare a mangiare, si pronuncia la frase itadakimasu. In italiano viene comunemente tradotta con “buon appetito”, anche se il significato è un po’ diverso, ed è quello di “(umilmente) favorisco”. A fine pasto, è buona educazione dire gochisōsamadeshita, che potremmo tradurre con “grazie dell’ottimo pranzo”, un modo per mostrare riconoscenza a chi ha cucinato per noi.

–          A inizio pasto viene fornito un piccolo asciugamano caldo (oshibori), o delle salviettine umidificate: questi vanno usati prima di iniziare a mangiare per pulirsi le mani. Ricordate di usarli solo per le mani, e non per asciugarvi la fronte, o altre parti del corpo.

–          È comune trovare a tavola una boccetta di salsa di soia: ricordate sempre di versarla nell’apposito piattino e mai direttamente sopra le pietanze o il riso (unica eccezione è il tofu).

–          Il modo corretto di intingere i nigiri-zushi nella salsa di soia non è quello che vediamo di solito nei ristoranti: non si intinge mai dal lato del riso (che assorbirebbe troppa salsa, sfaldandosi), ma dal lato del pesce. Anche perché lasciare chicchi di riso galleggiare nella salsa viene considerato poco educato. Nei ristoranti specializzati in sushi è ammesso l’uso delle mani al posto delle bacchette.

Le bacchette

Veniamo ora al capitolo bacchette (ohashi), aspetto fondamentale dell’etichetta a tavola, ma anche ciò che sicuramente può metterci più in difficoltà.

Sono tantissimi i comportamenti considerati scorretti, tuttavia i più gravi, quelli che dovete assolutamente evitare perché, oltre che di estrema maleducazione, sono anche considerati di cattivo auspicio sono due:

  1. Mai infilzare le bacchette verticalmente nella ciotola del riso (pratica chiamata in giapponese tate-bashi). Questa infatti è la posizione in cui le bacchette vengono messe durante le cerimonie funebri buddhiste, quando viene offerto del riso al defunto per il suo ultimo viaggio verso l’aldilà: la posizione delle bacchette indica che ormai il defunto non fa più parte di questo mondo.

  1. Mai passarsi il cibo con le bacchette (utsushi-bashi). Questo gesto, infatti, legato alle cerimonie funebri, richiama la pratica del kotsuhiroi, che si usa dopo la cremazione, quando le ceneri del defunto vengono riposte in un’urna e la tradizione vuole che i frammenti di ossa più grandi vengano passati di persona in persona con coppie di bastoncini.

Altri comportamenti che andrebbero evitati, per quanto possibile, sono infilzare il cibo con le bacchette, o usarle per indicare qualcuno (gesto che potremmo considerare maleducato anche qui in Italia). Inoltre, le bacchette non andrebbero mai usate per spostare, o avvicinare a sé, ciotole, piatti e piattini.

Quando non si usano, le bacchette non vanno mai posate sul bordo della ciotola, ma solo sull’apposito poggia-bacchette (hashioki), che troverete quasi sempre nei ristoranti vicino al vostro piatto. Se dovesse mancare, potete usare la carta che avvolge le bacchette, ripiegandola per creare una sorta di hashioki fai-da-te.

I piatti

Mangiate sempre tutto quello che viene servito: mai lasciare pietanze nel piatto, non solo per una questione di educazione, ma perché comunicherebbe il messaggio che si desidera ancora un’altra porzione. Se invece si finisce tutto, vuol dire che si è soddisfatti e che non si desidera altro. Viene inoltre considerato maleducato fare una selezione di ingredienti da mangiare o no, o fare richieste speciali: secondo l’etichetta, è scortese verso chi ha preparato il pasto scegliendo cosa servirci (deroghe sono concesse in caso di allergie o problemi alimentari).

A fine pasto, sarebbe cortese cercare di rimettere tutti i piatti nella stessa posizione in cui erano stati serviti all’inizio.

Tutto chiaro? Nel dubbio, adeguatevi a quello che fanno gli altri commensali, e non sbaglierete!


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